Dal punto di vista geologico, l’area si trova nella parte alta della pianura trevigiana, caratterizzata da depositi alluvionali. A est, la superficie degrada gradualmente, passando da un’altitudine massima di 53 metri sul livello del mare, vicino al confine con Mareno di Piave, a una minima di circa 30 metri nell’area attraversata dal fiume Monticano, all’estremità nord-orientale del territorio comunale. L’inclinazione generale del terreno è molto lieve, circa lo 0,3%, con poche scarpate significative, tra cui quelle delle ex cave di ghiaia a Mareno e a nord di Santa Maria.
Il territorio ha due caratteristiche geomorfologiche principali:
La parte centrale e meridionale è influenzata dal “megafan” del fiume Piave, con depositi granulari e leggere elevazioni dovute a dossi fluviali.
La porzione nord-orientale, che include l’area di Ramera e il corso del fiume Monticano, è caratterizzata da terreni più coesivi, fossati a forma di meandro e sedimenti più fini, da sabbiosi ad argillosi.
L’area appartiene principalmente alla fascia dell’Alta Pianura, mentre la sua parte più orientale rientra nella fascia della Media Pianura, seguendo la suddivisione classica della Pianura Veneta.
Come riportato sia nella relazione geologica del PRG sia nel Piano delle Acque Comunale, la falda freatica nel territorio di Mareno di Piave si trova a profondità sempre minori man mano che ci si sposta da ovest verso est. Nel 1998, i sondaggi del PRG avevano rilevato una profondità massima della falda di 23,70 metri nella parte occidentale del comune, mentre nella zona nord-orientale la falda arrivava a soli 1,25 metri. Successivi rilevamenti effettuati nel Piano delle Acque (2011) hanno mostrato profondità superiori a 30 metri a ovest. Nonostante negli ultimi 20-30 anni la tendenza generale sia stata di un abbassamento del livello della falda, periodi particolarmente piovosi hanno causato inversioni di questa tendenza, con significativi rialzi.
Il fenomeno dell’oscillazione della falda si manifesta in modo particolare a Mareno di Piave, soprattutto nella parte est del comune, dove si trova la “fascia delle risorgive”. Questa è una zona in cui la falda acquifera arriva in superficie, formando sorgenti chiamate risorgive o fontanili, che drenano l’acqua sotterranea e possono dare origine a corsi d’acqua noti come fiumi di risorgiva.
La fascia delle risorgive ha una larghezza di circa 5-10 km. Il suo limite inferiore, situato a valle, è stabile perché dipende dal tipo di terreno, mentre il limite superiore, a monte, varia in base al livello della falda. Quando la falda si alza, il limite si sposta verso monte; quando la falda si abbassa, si sposta verso valle.
Questo fenomeno è influenzato dal fiume Piave, che attraversa parte del territorio comunale. Durante le piene prolungate, il fiume ricarica l’acquifero, facendo salire il livello della falda. Un caso evidente di questo fenomeno si è verificato all’inizio del 2014, quando l’innalzamento della falda ha causato allagamenti in alcune abitazioni con seminterrati non impermeabilizzati, che si trovavano nella zona della fascia delle risorgive.
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