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27
Ott
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A sette anni dalla notte in cui le foreste del Triveneto furono spazzate via da raffiche di scirocco che superarono anche i 200 km/h, il ricordo della tempesta Vaia resta un riferimento fondamentale per la gestione del rischio e la protezione civile locale. L’evento, che si concentrò tra il 26 e il 30 ottobre 2018 con il picco nella notte tra il 28 e il 29 ottobre, provocò la caduta di milioni di alberi, la distruzione di decine di migliaia di ettari boschivi e danni economici valutati in miliardi di euro.

Le stime post-evento indicano una dimensione senza precedenti per il patrimonio forestale italiano: decine di milioni di metri cubi di legname schiantato e decine di migliaia di ettari di bosco compromessi. Oltre ai danni diretti alle foreste (cedimenti, perdita di habitat, aumento del rischio idrogeologico locale), Vaia ha obbligato istituzioni e comunità a ripensare la gestione del bosco, le pratiche di rimboschimento e la manutenzione idraulica nelle valli e nelle aste fluviali collegate. Studi e report scientifici e amministrativi hanno catalogato l’evento come uno dei peggiori in epoca recente per il Triveneto.

Le perturbazioni e le precipitazioni intense associate a Vaia hanno modificato la morfologia di bacini e torrenti e hanno reso necessari lavori di sistemazione idraulica e di ripristino della piena capacità di laminazione. Il Consorzio Piave, che sovraintende la regolazione e la manutenzione del reticolo idraulico del bacino, ottenne finanziamenti per opere di miglioramento e per potenziare la sicurezza idraulica in diverse tratte, azioni che si inserirono nella più ampia rete di interventi post-Vaia.

Mareno di Piave, collocato sulla pianura a ridosso del fiume Piave, non figurò tra i territori con danni boschivi diretti come nelle montagne dell’Agordino, del Feltrino o del Cadore. Documenti tecnici relativi a valutazioni di rischio idraulico che riguardano aree vicine indicano esplicitamente che «l’evento di piena VAIA 2018 non ha prodotto allagamenti nel sito» per alcuni specifici interventi o siti di progetto nel territorio di Mareno. Questo non significa, tuttavia, assenza di effetti: la tempesta influenzò i regimi dei corsi d’acqua a monte, aumentò il carico di detrito e legname trasportato a valle e rese urgenti interventi di manutenzione fluviale e di verifica degli argini.

A livello regionale la risposta ha combinato misure emergenziali (sgombero strade, rimozione di piante pericolanti, ripristino viabilità) con programmi pluriennali di rimboschimento e ripristino ecosistemico. La Regione del Veneto ha promosso bandi per interventi di rimboschimento nelle aree “schiantate” e ha monitorato gli schianti per pianificare cantieri e priorità. Parallelamente, enti locali e consorzi idraulici hanno investito in opere per la sicurezza idraulica, ritenute fondamentali per limitare gli effetti a valle di eventi estremi futuri.

Ricordare Vaia non è solo esercizio commemorativo: è un modo per trasformare il lutto per i boschi perduti in conoscenza operativa. Per Mareno di Piave questo significa consolidare le collaborazioni tra amministrazione comunale, Consorzio Piave, Regione e il volontariato locale per tenere sotto controllo i fattori di rischio che partono da monte e manifestano i loro effetti in pianura.

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